Nel cuore di Napoli all’ombra del Museo Archeologico Nazionale, tra vicoli, su di una collina densa di abitato, di gente di ogni estrazione sociale, si erge il monumentale edificio di culto San Giuseppe dei Nudi, fondato nel 1785 grazie alla Confraternita di San Giuseppe dell’Opera di vestire i Nudi che dagli Anni ’40 dello stesso secolo si occupava di opere caritatevoli.
Essere un confratello era segno di status sociale, espressione del saper donare e sostenere la vita altrui, e ancora oggi resta una traccia profonda dell’operato di questa congrega attraverso i volti dei benefattori che, nei secoli, hanno lasciato un’immagine di sé sulla tela.
Questi dipinti di nobili, uomini di legge, intellettuali, religiosi, ma anche amministratori e regnanti sono l’espressione più autentica e vera di un modo di essere, pensare e agire, sono il riflesso di culture e società che si sono evolute in più di duecento anni. I loro volti sono ancora pronti a raccontarci storie, storie che hanno qualcosa da insegnare a noi contemporanei e che possono mostrarci uno stile di vita differente dal nostro, carico di carità e devozione.
Dalla necessità di trasmettere questi stessi volti ed i sentimenti che vi soggiacciono ad un pubblico quanto più ampio possibile, abbiamo scelto di proporre una mostra fotografica che avesse come suo fulcro la rappresentazione dei quadri dei grandi dell’Arciconfraternita; un progetto realizzato grazie al contributo fondamentale del Museo Archeologico di Napoli (MANN), un’istituzione con cui l’Arciconfraternita di San Giuseppe ha cominciato un profondo lavoro di collaborazione reciproca.
Per fotografare i grandi che hanno segnato la storia dell’Arciconfraternita è stato scelto l’occhio attento di Luigi Spina, fotografo di grande esperienza, che ha collaborato più volte con il MANN, così come con tantissime altre istituzioni museali di fama mondiale. Nel contesto del presente progetto l’artista ha selezionato e fotografato trenta tele rappresentanti i volti dei confratelli; offrendoci una visione soggettiva di queste facce e facendo affiorare attraverso le loro espressioni un mondo di sentimenti e patimenti. Ogni fotografia delle tele, per quanto annerite dal tempo e usurate dalla luce, svela l’animo di uomini e donne che hanno tenuto a farsi immortalare per lasciare una traccia di sé, delle loro azioni, per la Misericordia di Dio.
Nasce così la mostra “I Confratelli”, un progetto di ampio respiro che verrà presentato proprio presso il Museo Archeologico di Napoli il 19 marzo 2022 alle ore 11, nella sala 129 della galleria, una sala circolare che ben si prestava alle necessità espressive dell’artista.
All’interno della forma circolare, infatti, non è possibile distinguere né un inizio né una fine, motivo per cui si è scelto di posizionare le rappresentazioni dei dipinti lungo le pareti senza alcuna soluzione di continuità, lasciando allo spettatore la possibilità di decidere in che ordine guardarle. Lo spazio cromaticamente uniforme e la singolare configurazione del luogo di esposizione mirano a creare un effetto spiazzante nel pubblico ed a concentrarsi principalmente sull’espressività dei volti dei Confratelli, lì riuniti per ricordarci la loro vita, una vita passata alla ricerca della carità, ricerca che ancora oggi costituisce il quid proprio dell’Arciconfraternita di San Giuseppe dell’Opera del Vestire i Nudi.
Il progetto della mostra rientra negli accordi raggiunti tra Il Real Monte e Arciconfraternita di San Giuseppe dell’Opera di vestire i Nudi e il Museo Archeologico di Napoli nell’ambito del programma EXTRAMANN mediante il quale questo Museo vuole esprimere un’azione costante di rafforzamento dei propri legami con il territorio e la comunità, mostrando il proprio sostegno a realtà culturali più piccole e non ancora conosciute all’interno del circuito museale napoletano.
Da questo punto di vista, siamo assolutamente fieri dell’inserimento dell’Arciconfraternita all’interno di tale percorso di crescita culturale, e siamo consapevoli del fatto che questa sarà un’opportunità unica non tanto per noi che potremo espandere i nostri confini, ma anche per tutta la popolazione napoletana che potrà finalmente conoscere un pezzo della propria storia estremamente importante, ma anche poco considerato.