L’ARCHIVIO STORICO
L’Archivio rappresenta la memoria storica dei luoghi; esso custodisce un importante nucleo di documenti che testimoniano le attività svolte dall’Ente e le acquisizioni dei beni che hanno costituito il patrimonio dell’Arciconfraternita nel tempo. Un‘granaio della memoria ’fondamentale per la ricostruzione della dimensione non solo storica ma politica, culturale e sociale della Fondazione del Real Monte e Arciconfraternita di San Giuseppe dell’Opera di vestire i Nudi nel corso di quasi trecento anni.
Le carte d’archivio raccontano di un primo nucleo del patrimonio collezionistico della Fondazione di 150 dipinti su tela, rame e tavola, per il lascito di Padre Pasquale Riccardi nel 1851presenti nel Museo. Incrociando le parole e le carte, si riscoprono i nomi di artisti illustri, come Ribera, Matteo Bottigliero, Franceso De Murae Giuseppe Bonito.
All’interno dell’Archivio storico vi è, inoltre, un notevole fondo musicale, costituito da manoscritti di opere di rilievo, per lo più inedite, composto da autorevoli rappresentanti dell’antica e gloriosa Scuola Musicale Napoletana.
Legato alla raccolta d’archivio che descrive l’attività musicale durante le numerose celebrazioni liturgiche della Fondazione, l’organo settecentesco presente nella cantoria, posta in controfacciata, è testimone ed esecutore, da circa tre secoli, delle tante partiture conservate nel fondo musicale dell’Archivio dell’Opera.
Si tratta di un organo a muro con venticinque canne, realizzato tra il 1756 e il 1766. Presenta una tastiera di quarantacinque tasti con sei registri attivati da tiranti in legno, con un’estensione di quattro ottave. La cassa, tipicamente barocca, presenta decorazioni lignee dorate, intagliate da elementi come testine di putti, fasci di fiori laterali, e al vertice, lo stemma dell’Arciconfraternita con il motto dell’Ente, non più leggibile: «Nudus eram et cooperuistis me».
Vista la prestigiosa presenza tra i Confratelli di nobili, cardinali e re, non sembra difficile ipotizzare come artefice dell’organo, uno tra i più bravi organari di Napoli, legato alle storiche istituzioni napoletane come il Duomo e la Cappella del Tesoro di San Gennaro. È Francesco Cimmino che ricorre tra i documenti del prezioso Archivio, in veste di manutentore dell’organo nel 1784, prima degli importanti interventi di manutenzione di fine Ottocento, che interessarono non solo l’organo, ma l’intero assetto della chiesa.
Artista magistrale dell’organo, uno dei massimi esponenti della scuola musicale napoletana, fu Giovanni Paisiello, emerso tra le carte d’archivio come maestro di cappella straordinario nel 1796, che ebbe l’ incarico ordinario dal 1801.
La Messa funebre di Paisiello eseguita fino alla prima metà del Novecento, è uno dei tanti tesori custoditi dall’Archivio, che dimostra il notevole spessore culturale della Fondazione e che arricchisce di fascino e storia,la memoria dei luoghi da scoprire e riscoprire.