La Fondazione Real Monte e Arciconfraternita di San Giuseppe dell’Opera di Vestire i Nudi nasce nel 2005 con lo scopo di promuovere assistenza e solidarietà alle fasce più povere della popolazione, secondo lo Statuto fondativo del Real Monte e Arciconfraternita di San Giuseppe dell’Opera di Vestire i Nudi e Vergognosi, costituito nel 1740.
Grazie all’ azione caritatevole dei tre storici fondatori dell’Arciconfraternita, Francesco Cerio, don Domenico Orsini e Don Nicola Antonio Carafa, che decisero di donare la ‘dignità’ di un abito ai poveri ‘vergognosi’, così indigenti da non poter pubblicamente mendicare, si stabilisce, allora come oggi, la ferma volontà di garantire assistenza spirituale e materiale a chi chiede umana solidarietà.
Attraverso lo storico ruolo del Soprintendente e del Governo dei Confratelli, eletti ogni cinque anni, a cui è affidata la gestione dell’Ente, si configura la Mission dell’Arciconfraternita:
- Promuovere opere benefiche e di solidarietà a favore delle fasce sociali bisognose
- Praticare il culto cattolico nella Chiesa e nella Cappella Cimiteriale
- Intraprendere qualsiasi altra attività necessaria o utile ai fini del perseguimento dei propri scopi benefici
Ciò che la Fondazione di San Giuseppe dei Nudi intende perseguire è
un’opera di visione a lungo termine che intervenga su:
INCLUSIONE DELLE FASCE PIÙ DEBOLI DELLA POPOLAZIONE:
- Portare assistenza agli anziani, soccorrere e proteggere l’infanzia abbandonata
- Concedere sussidi in denaro a persone inabili al lavoro, delle quali sia manifesta e comprovata la necessità
EDUCAZIONE E CULTURA:
- Amministrareal meglio i beni storico-artistici dell’ Arciconfraternita al fine di diffondere il patrimonio culturale, materiale e immateriale, di cui dispone per perseguire la via della bellezza
- Organizzare convegni e conferenze di carattere socio/culturale
Nel garantire tali attività, la Fondazione mette in campo le proprie risorse, anche creando partenariati ad hoc, gestiti secondo criteri di trasparenza e qualità, prediligendo lo scambio di esperienze, collaborazioni e coprogettazione al fine di attivare una rete partecipative sociale in ambito territoriale, regionale e nazionale.
Dal 2015 la Fondazione, oltre che proseguire la sua storica vocazione, si è impegnata anche nella promozione della ricchezza culturale e antropologica del suo patrimonio storico.Il simbolo di questo nuovo impegno è la reliquia del bastone di San Giuseppe,esposta al pubblico nel 2017, dopoqualche centinaio d’anni. Da quel momento è partito un progetto di musealizzazione e racconto storico delle collezioni e del patrimonio attraverso un funzionale percorso espositivo, il recupero dei Fondi d’Archivio e l’uscita di più pubblicazioni storico-artistiche.
Con l’opera di promozione del racconto del patrimonio storico, dei personaggi e delle opere che rappresentano l’eredità culturale napoletana in un sistema di simboli, materiali e immateriali da riscoprire e tutelare, la Fondazione San Giuseppe dei Nudi si fa promotrice di cambiamenti positivi sul territorio, anche attraverso importanti partenariati con la Fondazione Luigi Einaudi, l’Università
degli Studi della Campania ‘Luigi Vanvitelli’ e la Rete Museale ExtraMann.
PROFILO STORICO
Il Real Monte e Arciconfraternita di San Giuseppe dei Nudi è un ente filantropico fondato da tre giovani nobili napoletani: il conte Francesco Cerio, don Domenico Orsini e Don Nicola Antonio Carafa. Le cronache della città hanno tramandato numerose fondazioni di enti come “Banchi” e “Monti” e pie confraternite che unirono l’azione privata di nobili napoletani a quella di ordini religiosi mossi da un forte entusiasmo caritatevole che alimentò la successiva fondazione di luoghi per l’assistenza di bisognosi, così come indicato dalla terza delle Sette Opere di Misericordia, descritta nei precetti evangelici: “vestire gli ignudi vergognosi”.
Non è da escludere che il proverbiale “cuore generoso” del popolo napoletano nasca proprio in virtù della proliferazione di congregazioni e istituti pii che, sin dal Cinquecento, si diffusero sul territorio con l’intento di sopperire ai limitati interventi da parte degli organi di governo del tempo per la popolazione in difficoltà. L’iniziativa privata di giovani nobili determinò ad esempio la fondazione della Casa dell’ Annunziata o del Monte di Pietà, nate, nel solco della tradizione caritatevole napoletana, dalla volontà di uomini che agiscono in gruppo, che destinano il loro tempo e le loro energie, spirituali e materiali, a scopi caritatevoli.
Così accadde a Napoli, in un giorno di pioggia del 1734, peri tre gentiluomini che decisero di devolvere in beneficenza la loro quota destinata in principio alle delizie della caccia e di vestire un mendicante comparso miracolosamente sul loro cammino, nel chiostro dei Carmelitani Scalzi, nella Chiesa di Santa Teresa sopra al palazzo dei Regii Studi, oggi Museo
Archeologico Nazionale di Napoli. Secondo la storia ufficiale del Cenno storico, Statuto e Regolamento dellaFondazione del Real Monte e Arciconfraternita di San Giuseppe dell’Opera di vestire i Nudie Vergognosi, durante tale evento ai tre uomini sovvenne contemporaneamente il motto biblico «Nudus eram et cooperuistis me», (Ero nudo e mi avete coperto) che li mosse nella fondazione dell’ente benefico.
Lo spirito di carità volto ad aiutare i cosiddetti ‘vergognosi’,costretti ad una così terribile condizione di povertà da volerla addirittura nascondere, suscitò un entusiasmo tale che condusse alla creazione della fondazione privata come ‘Congregazione e Real Monte’. Al sodalizio laicalesi aggiunse prima l’aiuto dei Carmelitani Scalzi, poi degli Agostiniani, contribuendo così ad operare per l’assistenza e la beneficenza degli indigenti ‘vergognosi’, secondo la volontà privata e quella clericale insieme, nella seconda più grande metropoli dell’età moderna, la Napoli settecentesca.
Il pio sodalizio venne fondato il 6 gennaio 1740, stabilendo che nella ricorrenza del Patrocinio di S. Giuseppe si procedesse alla distribuzione di sette abiti a sette poveri. Si fregiò poi del titolo di Regal Monte grazie ai Borbone. Fu ReCarlo III che ne approvò lo Statuto con un decreto il 3 luglio 1740, dichiarandosi primo fondatore e confratello perpetuo.Il figlio, Ferdinando IV, partecipò alle azioni dell’Opera Pia, concorrendo personalmente con offerte e favori personali, che diedero all’Opera il crisma della regalità. Dopol’avallo regio, ottenuto il 30 giugno del 1740, giunse il beneplacito papale, ricevuto il 15 ottobre del 1745.Con quest’ultimo documento, il Pontefice Benedetto XIV concesse il titolo di Arciconfraternita e l’appoggio perpetuo della Chiesa alle attività caritatevoli che i Confratelli perseguivano.Il riconoscimento della famiglia borbonica, prima con Carlo e poi con Ferdinando, diede grande impulso all’attività della Congregazione e una crescente notorietà al punto che, per gli uomini dell’alta società dell’epoca, diventare Confratelli dell’Opera pia rappresentava un gran privilegio.
Oltre alla vestizione dei ‘poveri vergognosi’, le attività caritatevoli comprendevano la creazione di maritaggi, aiuti in danaro nelle principali ricorrenze dell’anno, la tutela dell’infanzia abbandonata e tutto ciò che poteva costituire benefico aiuto per coloro che erano stati colpiti da sorte avversa e pressati dalle necessità contingenti della vita.
I Confratelli che afferiscono all’Arciconfraternita, operano da oltre due secoli con lo stesso sacrificio e le personali capacità per raggiungere gli scopi benefici prefissati nel tempo, per allargare la cerchia dei beneficati e degli assistiti, in favore del sollievo dei propri simili.